La Cattedrale dello Spirito

La Cattedrale dello Spirito

I “Terzi luoghi” stanno diventando sempre più importanti come luoghi di lavoro alternativi. Secondo lei, cosa rende così attraente lavorare negli spazi pubblici?

Nel corso della storia, i "Terzi Luoghi", ovvero i caffè, sono stati luoghi attraenti per lavorare, ad esempio per scrittori, giornalisti e filosofi.

Oggi, grazie alla maggiore flessibilità della forza lavoro e ai miglioramenti della tecnologia a distanza, sempre più persone possono scegliere dove lavorare. È quindi un'opzione interessante quella di cambiare e cercare un “nuovo” posto di lavoro temporaneo.

Come studio di architettura, avete già realizzato numerosi "Terzi Luoghi" come le biblioteche. In passato, le biblioteche erano utilizzate principalmente per prendere in prestito libri, imparare e leggere. Oggi sono anche luoghi di lavoro, networking e interazione sociale. Come percepite la loro evoluzione?

Oltre a conservare il sapere, le biblioteche sono sempre state luoghi di scambio di conoscenze, di dialogo e di discussione, in altre parole luoghi di incontro. Devono quindi essere attraenti per i visitatori e offrire più della semplice possibilità di prendere in prestito un libro o leggere un giornale. Con i nostri edifici creiamo sempre un valore aggiunto: luoghi in cui le persone si sentano a proprio agio, che possano conquistare e “possedere”. È nostra intenzione rafforzare i luoghi di incontro e di scambio nelle città.

Lei ha progettato, tra l'altro, la biblioteca più grande del mondo, la City Library di Pechino. Come si fa a pianificare un progetto così straordinario che deve rispondere a tante esigenze diverse?

In linea di principio, affrontiamo tutti i progetti, siano essi apparentemente semplici o molto complessi, in modo simile: con un esame intensivo del luogo e del contesto. In un processo interdisciplinare, viene creato un concetto valido e forte come base per il design. Si tratta di comprendere il nucleo del compito e la sua complessità, per poi “plasmare” gli aspetti di questa approfondita considerazione contestuale in un concetto. Per la City Library di Pechino abbiamo sviluppato un paesaggio di lettura basato sull'ambiente circostante.

La City Library di Pechino è un moderno centro di apprendimento, scambio di conoscenze, interazione e impegno sociale. Come ha realizzato queste diverse esigenze dal punto di vista architettonico?

Per noi era importante offrire agli utenti uno spazio generoso. Il paesaggio interno dalla forma dolce, ombreggiato da un “boschetto di ginkgo”, forma un generoso spazio di lettura. Abbiamo utilizzato la modellazione del pavimento per creare diverse sottoaree, come rifugi o isole di conversazione, integrando al contempo tutte le altre esigenze, come sale conferenze o aree di lettura più tranquille. La facciata in vetro, alta 20 metri, offre trasparenza e crea un collegamento con l’ambiente circostante.

Lei ha anche progettato la biblioteca del quartiere di Far Rockaway nel Queens (NYC). Come è riuscito a convincere la gente del posto a usare la biblioteca come luogo di lavoro e di networking?

La biblioteca è un luogo importante per il distretto del Queens dal 1968, sia come centro di quartiere per la vita quotidiana che come luogo di soccorso dopo l’uragano Sandy nel 2012. Il nuovo edificio della biblioteca, con la sua facciata imponente, intende rafforzare ulteriormente il suo ruolo di centro comunitario e di luogo di identificazione. Oltre alle sale che fungono da luoghi di incontro, la biblioteca, che ora è raddoppiata, offre anche altre strutture che supportano i residenti nella loro vita quotidiana.

Rispetto alla Far Rockaway Library, la James B. Hunt Jr. Library è uno spazio molto incentrato sulla tecnologia. È stato impegnativo progettare spazi tecnologicamente avanzati per l'apprendimento collaborativo?

Come ho detto, il contesto e i futuri utenti sono estremamente importanti per noi in ogni progetto. Quindi si può dire che la sfida di progettare spazi tecnologicamente avanzati per l’apprendimento è altrettanto grande di quella di creare spazi attraenti come punto di incontro in un quartiere eterogeneo. In ogni caso, un concetto forte per l’intero edificio è fondamentale.

Come avete fatto a garantire che le persone si divertano a venire alla Biblioteca James B. Hunt Jr. per imparare, lavorare e fare rete nonostante l’ambiente tecnologico?

Creando anche ampi luoghi di benessere.

Chi lavora qui?

Kjetil Trædal Thorsen è cofondatore di Snøhetta, uno studio di architettura e design transdisciplinare con nove studi in tutto il mondo. Ha contribuito in modo determinante a plasmare la filosofia e la concezione dell'architettura dello studio e ha svolto un ruolo di primo piano nella progettazione di importanti progetti culturali come la nuova Bibliotheca Alexandrina in Egitto e l'Opera Nazionale Norvegese. Per il suo lavoro, Kjetil è stato insignito, tra gli altri, del Premio Mies van der Rohe, del Premio dell'Unione Europea per l'Architettura Contemporanea, del Premio Aga Khan per l'Architettura e del Global Award for Sustainable Architecture.

L’evoluzione delle biblioteche riflette le mutate esigenze della nostra società. Non sono più solo luoghi in cui conservare il sapere, ma piuttosto centri vivaci che combinano senza soluzione di continuità apprendimento, lavoro e interazione sociale. Progetti come la City Library di Pechino o la Far Rockaway Library di New York dimostrano in modo impressionante come un'architettura ben studiata possa contribuire a promuovere l'incontro e a rafforzare la comunità.

L’intervista a Kjetil Trædal Thorsen nel LOOKBOOK di Sedus illustra come concetti spaziali innovativi realizzino la visione delle biblioteche moderne. Sono luoghi in cui le persone trovano ispirazione, si incontrano e si scambiano idee, a riprova del fatto che il "terzo luogo" svolge un ruolo cruciale nel nostro ambiente di lavoro e di vita flessibile.

In un momento in cui la tecnologia e le dinamiche sociali si sviluppano rapidamente, una cosa rimane chiara: le biblioteche sono e rimarranno “cattedrali dello spirito”, che ci ricordano quanto siano importanti la comunità, la conoscenza e lo sviluppo creativo per una società orientata al futuro.

 

Questo articolo si basa su un'intervista che Bernadette Trepte ha realizzato con lo studio norvegese di architettura e design transdisciplinare Snøhetta per il Sedus LOOKBOOK.

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