Una tua valutazione sincera: com’è il rapporto tra il divano e l’ambiente in generale?
Si tratta di una relazione molto importante. Nel mondo, ogni oggetto è in relazione con un altro. Il cucchiaino è in relazione con la tazza e il tavolo e crea un senso di misura, proporzione ed equilibrio cromatico. L’automobile è in relazione con gli edifici, che a loro volta lo sono con la città, e così via. Il divano, in particolare, è di solito una componente importante di un allestimento; per quanto mi riguarda deve essere un oggetto che non “grida” per essere visto, ma stabilisce immediatamente un buon rapporto con l’utente. Deve essere accogliente e creare una sensazione di armonia interna.
Il divano è spesso associato semplicemente alla sequenza “fine giornata, netflix e relax”. Quali funzioni deve avere un divano secondo te?
Oggi lavoriamo in modo diverso rispetto a 15 anni fa. Il mondo è cambiato e ricambiato molte volte, abbiamo assistito a una rivoluzione tecnologica inimmaginabile solo all’inizio degli anni 2000. Per molte persone, staccare la spina dopo il lavoro significa lavorare ancora, ma in modo rilassato. Controllare la posta elettronica fino a tarda sera, guardare Netflix o impegnarsi sui social media è qualcosa che possiamo fare con un solo apparecchio e a volte contemporaneamente. Il televisore è meno importante. Sì, è più grande, ma è fisso in una posizione e non consente molta flessibilità. La flessibilità è ciò che tutti vogliamo e, nel caso di un divano, potrebbe significare offrire ai clienti la possibilità di lavorare su tavoli integrati e di ricaricare il proprio dispositivo in tutta comodità.
Divano+ufficio? Sì, è possibile. Quando il divano ha “conquistato” l’ufficio e che importanza ha assunto nel mondo del lavoro?
Qualche anno fa è iniziata una vera e propria rivoluzione nel mondo del lavoro. Progettiste, progettisti, architette, architetti e designer hanno analizzato il modo in cui le persone lavorano, come trascorrono il loro tempo in ufficio, e se la scrivania fosse così fondamentale. Il covid ha accelerato notevolmente questo processo e allo stesso tempo ha introdotto altri argomenti promettenti. La risposta è stata che per alcune attività non era necessaria una scrivania. Un divano può ospitare gli incontri informali come i meeting, anche molto lunghi. Conference call, colloqui, lavori che richiedono concentrazione, presentazioni in piccoli gruppi e anche altre mansioni leggere… tutte queste attività possono essere svolte su sedute morbide, nella caffetteria dell’azienda o in unapposita area lounge. Questi spazi e questo modo di lavorare promuovono l’interazione anziché l’isolamento, sono più incentrati sulle persone e più accoglienti.
Che cosa è elementare nel design affinché un divano sia percepito come “comodo, pratico ed elegante”?
Non è un concetto facile da esplicitare. Si tratta di un equilibrio tra buon design, artigianalità e anni di esperienza e competenza, sia da parte dei e delle designer che dell‘azienda.
Secondo te, cosa deve avere un divano per combinare tutte le caratteristiche di un classico senza tempo?
Anche in questo caso non esiste una regola precisa. Ma direi che se i designer riescono a giocare bene con le proporzioni, i dettagli e la sensazione di comfort, sono già sulla strada giusta. Poi bisogna regolarsi in base all’azienda con cui si lavora, perché ognuna ha il suo linguaggio e la sua tradizione, che vanno interpretati e non portati in una direzione completamente diversa. Infine, il mercato è molto meno prevedibile oggi rispetto a 20 anni fa, quando si poteva “pianificare” un evergreen o cercare di creare un classico senza tempo.
Di recente hai disegnato un divano per Sedus. Per l’azienda, se:living rappresenta l’ingresso nel settore delle sedute soft seating. Quali elementi hai preso in considerazione per rendere il modello adatto all’ufficio?
Poiché si tratta del primo sistema di sedute per divani di Sedus e l’azienda ha una tradizione molto tecnica, ho pensato che fosse una buona idea creare un equilibrio tra un prodotto ben proporzionato e molto confortevole da un lato ed elementi “attivi” dall’altro. Ad esempio, tavoli collegati tra loro (agganciati di lato, in assenza di braccioli) o collocati tra le sedute, angolari e indipendenti, per completare la gamma di superfici utilizzabili. Gli impieghi sono numerosi: da un semplice incontro informale al lavoro di gruppo o ad attività più impegnative, in un ufficio privato, in una zona pubblica, un’area lounge o una caffetteria. Il sistema si compone interamente di elementi adatti all’ambiente ufficio moderno, che come valore aggiunto hanno introdotto sedute a doppia profondità, per offrire un modo più informale di incontrarsi e sedersi, poltrone asimmetriche o moduli angolari per conversazioni più riservate ma a distanza. Tutti i modelli possono essere dotati di collegamenti elettrici e porte USB.
E infine, una domanda personale: qual è il modo migliore per rilassarsi dopo una lunga giornata di lavoro? Forse sul divano?
Strano a dirsi, ma mi sono ritrovato in un piccolo appartamento a Milano dove per molto tempo non ho avuto un divano. Inoltre non possiedo un televisore, quindi non ho mai sentito il bisogno di sedermi e accendere lo schermo. Quello che so è che il mio divano ideale dovrebbe offrire molto spazio, connettività e qualche piccolo scaffale per libri, riviste, tecnologia e bevande. Il mio tempo libero è variabile, ma mi piace avere un po’ di tempo solo per me, con un bel bicchiere di vino e qualche schizzo o lettura a tarda notte. Possibilmente su una terrazza con vista sul Mar Ligure!
Informazioni su Robin Rizzini
Robin Rizzini è nato a Genova nel 1973 e ha origini italo-britanniche. Ha completato gli studi presso la Scuola Politecnica di Design di Milano, dove ha anche insegnato nel programma del Master in Industrial Design. Robin Rizzini ha fondato il proprio studio di design nel 2006 e Studio Metrica tre anni dopo. Robin Rizzini è un libero professionista dal 2018.